26 ottobre 2005

A proposito di SUD...

Come é bello sapere che "Mai come adesso il mestiere di pubblicitario (o di comunicatore) al Sud dell'Italia ci vede costretti a sacrifici ormai non più sostenibili". E' rincuorante, soprattutto se stai entrando piano piano nel mondo del lavoro e il "comunicatore" é proprio quello che vorresti fare (magari anche senza sapere bene cosa significa...).

L'unica via possibile per cercare di raggiungere i propri obiettivi lavorativi sembra essere "La Fuga". Andare via, lontano, in luoghi dove -si dice- ci sia più rispetto per il lavoro e la professionalità e dove -si dice- ci siano più soldi. "Finché sei in tempo vai via. Vai a Roma o meglio vai a Milano. Lì i giovani trovano lavoro, non rimanere qui, non c'é niente" quante volte mi son sentita ripetere questa frase. Dai tempi in cui dovevo scegliere l'Università.
Ma io sono ancora qui e mi chiedo perché "devo" quasi sentirmi costretta ad abbandonare il mio "mare". Io adoro vivere qui al SUD ed eviterei volentieri di "fuggire".
MA nello stesso tempo NON VOGLIO rinunciare ai miei sogni e alle mie ambizioni e sento che prima o poi "dovrò" andare via (e questo "poi" sembra avvicinarsi sempre più). Una cosa é certa: tornerò. Tornerò per sfidare ancora la corrente e il futuro incerto del SUD, tornerò perché io voglio vivere qui.

Magari poi mi troverò nelle condizioni di MB ;-) ma non avrò rimpianti, mi rimboccherò le maniche e lotterò giorno dopo giorno, con uno sguardo sul mercato e uno sul mare, con un momento di sconforto e uno (e magari di più) di musica con gli amici di sempre.

SMILE AND LIFE WILL SMILE RIGHT BACK AT YOU :-)

2 commenti:

Lisetta ha detto...

Dear PP

ho parlato di "fuga" e non di "scelta" perché se qui a Bari ci fossero le "condizioni professionali degne" io sceglierei di rimanere. Ma non ci sono e allora molto probabilmente sceglierò di andare via.
E' una scelta, sicuramente, perché anche io sono nata libera, non ho miliardi sotto il cuscino e ho voglia di mettermi alla prova ma é anche un pò una fuga da una situazione che non ti permette di crescere come vorresti e ti "costringe" ad abbandonare la tua terra.
Magari andando via scoprirò nuovi "pro" che non mi faranno più tornare indietro ma é un "rischio" che vale la pena di correre no? ;-)

MB ha detto...

"...Sono nato e ho lavorato in ogni paese
e ho difeso con fatica la mia dignità
Sono nato e sono morto in ogni paese
e ho camminato in ogni strada del mondo che vedi..."


Mi viene un po' di tristezza al pensiero che "inevitabilmente" le famiglie, gli amici, gli amanti, si dividano, le relazioni cambino, gli affetti mutino, le distanze si allunghino, i tempi si accorcino.
E allora mi domando: ma siamo zingari? E il nostro girovagare alla ricerca di una terra promessa in cui le nostre ambizioni siano soddisfatte, è ciò per cui siamo venuti al mondo? E scusate la domanda apparentemente stupida: ma é il lavoro che deve condurre le nostre scelte? O non é forse l'amore? Credetemi non ho mai saputo rispondere a questi interrogativi e ho comunque invidiato e stimato chi come te PP ha avuto il coraggio di viaggiare dal sole di bari alla nebbia di milano, dal mare di bari all'oceano di long island.
So che adesso sei felice e io lo sono per te, ma perché non siamo riusciti a costruire tutto questo nella nostra terra? E perché la dolce Lisetta deve essere costretta ancora oggi a dover legare la valigia con lo spago e andare lontano? Abbiamo fallito o c'é ancora tempo per cambiare le cose?

"La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso. La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare, questo rumore che rompe il silenzio, questo silenzio così duro da masticare"