28 ottobre 2005

Può capitare.

Non sempre accade ma a volte un posto di lavoro, soprattutto se l'azienda é di piccole dimensioni, é il luogo in cui si passa la maggior parte del nostro tempo. E succede che i colleghi di lavoro diventino una nostra seconda famiglia e come in tutte le famiglie nascano legami profondi o antipatie irreversibili. Si lavora gomito a gomito sugli stessi progetti a volte in un clima collaborativo altre in clima di competizione, ma si lavora insieme, tutti nello stesso posto. E si mangia insieme, si gioca insieme, si tifa insieme, si ride insieme e a volte, quando le cose non vanno troppo bene, si é tristi insieme.
Non sempre accade ma a volte un datore di lavoro si affeziona ai suoi collaboratori e perderne uno è come veder partire un proprio figlio per un lavoro oltreoceano. Si è contenti se il proprio figlio parte per una situazione migliorativa, ma é pur sempre un pezzo di storia e di cuore che va via.
Non sempre accade ma a volte un datore di lavoro si sente anche un amico dei propri collaboratori ed é disposto a sacrificarsi per loro. Non sempre i collaboratori lo vivono come un rapporto di amicizia perché comunque, almeno nelle mura dell'ufficio, sussiste sempre un rapporto boss/subordinato. Sono stato dipendente anche io e, diciamolo, non era proprio il massimo uscire la sera con il proprio capo.
A tutte le aziende che sanno diventar famiglia, a tutti i collaboratori che riescono a vivere l'azienda come una famiglia, a Nicla che oggi ci ha deliziato con calzone di cipolla e focaccia per salutarci, dedico questo post.

PS: Non sempre accade, ma quando accade forse qualche lacrima chiede disperatamente di uscire dai nostri occhi e dobbiamo lottare per mandarla giù coi ricordi di mille giorni vissuti insieme.
Buona fortuna a tutti.

2 commenti:

Lisetta ha detto...

Non sempre accade, ma quando accade é bellissimo.

Janka ha detto...

Madonna, a rutti in faccia vi prenderei...

Che teneroni!