L'isola dei famosi
La TV in bianco e nero degli esordi si trovava ad affrontare problematiche sociali legate per esempio all'alto tasso di analfabetizzazione della popolazione ed aveva di conseguenza un compito fortemente educativo oltre che di intrattenimento. Ricordo ancora la trasmissione "Non é mai troppo tardi", in cui il maestro Manzi insegnava a leggere e scrivere attraverso il cinescopio del nostro primo televisore (Philco, quello del pianeta Papalla, ndr). E anche quando era una televisione di puro intrattenimento, lo era con un tono di eleganza, di modestia, di discrezione, di educazione.
Forse segnato nell'infanzia da questo tipo di televisione ho dei seri disturbi di stomaco davanti al teleschermo che mi trasmette immagini di illustri sconosciuti a caccia di popolarità che vomitano volgarità dalle loro lingue e con la loro stessa presenza in video. Non li sopporto.
E non sopporto quella forzata fame a cui sono costretti sull'isola, perchè é una fame transitoria, una fame che si tramuta in fama. Tutti i personaggi che vengono fuori dal reality, vincitori o perdenti, acquisiscono poi popolarità nel popolo coglione di teleutenti.
In altri angoli del pianeta, altre situazioni di fame reale, altri individui che non giocano alla sopravvivenza, ma sopravvivono realmente, seppur sotto gli occhi delle telecamere, e che rimangono sconosciuti e ignorati, muoiono. Realmente.
La sopravvivenza per molti é una realta e non uno spettacolo.
2 commenti:
Ormai si è detto tutto di questa roba e non accennano a diminuirne gli ascolti, quindi la gente se n'è assuefatta e sembra non poterne più fare a meno. La cosa più sconcertante è che stiano facendo presa su gente giovane, da quando sono cominciate queste trasmissioni non mi è mai capitato di vedere i miei seguirne una. Eppure non sono persone di elevato livello culturale, mio padre è in pensione e mia madre casalinga e sarta, soggetto perfetto per questo genere di cose. Quelli che immaginavo i soggetti perfetti per questo genere di trasmissioni non lo sono e scopro tristemente che questi show sono seguiti da miei coetanei e la cosa mi preoccupa molto di più. Di una mamma o una nonna che seguono l'isola, il grande fratello o Fede, beh mi ci faccio un sorriso, una persona che ha messo su famiglia da tanti anni che la mantiene ancora e che fatica ancora come un giovane penso che abbia tutto il diritto di spegnere il cervello e dar sfogo agli istinti da novella 2000.
Mentre è di una tristezza esasperante sentir parlare della Lecciso e Albano, dell'Isola e della talpa da gente che ancora deve costruire il suo futuro, che a 30/35 anni non si è mai fatta sfiorare l'idea di una famiglia e che ragiona come se ogni cosa dovrebbe essere dovuta e la si deve raggiungere nel modo più facile.
Si arriva ad eccessi (ma potrei essere sbagliato io, per carità) che se parli di un sacrificio con gli amici, che so, mettere da parte un po' di soldi per una cosa qualsiasi e limitare qualche cena in pub o pizzerie, ti becchi anche un mare di critiche. Perchè secondo la generazione "De Filippi", a 30 anni, se devi farti la vacanza tanto meritata te la devono ancora i tuoi, mica tocca a te.
Ma un giorno verrà un dittatore che oscurerà tutti i canali e lascerà solo Rai3...
e a propo': ... ma chi caxxo è bambola ramona???????!????
viviamo in un mondo di inutili sconosciuti volgari e ignoranti che hanno un effetto tremendo sui piu' giovani e sottilmente quasi non ce ne accorgiamo siamo sempre piu' circondati da cose e personaggi inutili, ma indispensabili.
e non è un controsenso è la vita di oggi
mio figlio di 5 anni deve aver percepito l'aria che tira in famiglia e pur rifiutando le figurine dei pokemon credo (per le quali gli chiedevo se provasse interesse o meno- non per comprargliele, ma per capire come mai non me le chiedesse) se le è costruite da solo con dei fogli di quaderno, disegnando alla meno peggio le figurine e facendo scrivere dalle sorelle piu' grandi caratteristiche e forza.
che ragazzo!
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