13 marzo 2006

La Maga delle Spezie

Nei giorni scorsi ho letto un bellissimo libro che profuma di spezie orientali, tradizioni e leggende indiane. Permettetemi di interrompere la "comica serietà" (nel senso che ci sarebbe da ridere, ma purtroppo non è così) di questi giorni politicamente agitati con alcuni brani tratti, appunto, da "La Maga delle Spezie" di Chitra Banerjee Divakaruni. Buona lettura.

Io sono una Maga delle Spezie.
La mia passione sono le spezie. Ne conosco origini, significato dei colori, profumi. Posso chiamarle una per una con il nome assegnato loro quando la terra si spaccò come una scorza per offrirle al cielo. Il calore che emanano mi scorre nelle vene. Dall’amchur, la polvere di mango, allo zafferano, tutte si piegano ai miei comandi. Un sussurro e mi svelano proprietà segrete e poteri magici... Il peperoncino, per esempio, la spezia del rosso giovedì, giorno della resa dei conti. È la spezia più potente e con la sua buccia rossa e rugosa, la più bella. Ha un altro nome: pericolo. Il peperoncino canta con la voce di un falco che sorvola in cerchio monti calcinati dal sole dove non cresce nulla. Lanka, lanka... A volte lascio che il suo nome mi rotoli sulla lingua e ne assaggio la seducente puntura." Sospira. Si alza e va verso la porta della bottega, solleva il coperchio di un contenitore posto proprio a fianco dell'ingresso e dice: "Il giorno della curcuma, invece, è la domenica, quando la luce gocciola burrosa nei barattoli di latta che se ne imbevono fino a splendere." Mi avvicino a lei e sento subito l'odore della curcuma, anche se mi ci vuole un attimo prima che il cervello ne registri l'aroma sottile, lievemente amaro come quello della pelle e quasi altrettanto familiare. Tilo mi invita ad accarezzarne la superficie con la mano: "Lascia che la polvere gialla ti infarini il palmo e i polpastrelli: è polvere d'ala di farfalla." Poi anche lei fa scivolare il palmo della mano sulla superficie serica della spezia e l'avvicina al volto, strofinandosi le gote, la fronte e il mento. "Per millenni prima dell'inizio della storia, le spose - e le fanciulle che aspiravano a maritarsi - hanno fatto lo stesso. È la spezia della bellezza, più soffice del raso. Se la tengo tra le mani, la curcuma mi parla, con una voce di crepuscolo che riecheggia l'inizio dei tempi. La curcuma, chiamata anche halud, giallo, il colore dell'alba e dello squillo delle conchiglie suonate sul far del giorno. La curcuma capace di conservare, di mantenere sano il cibo in una terra di calore soffocante e di fame. La curcuma, spezia della fortuna, spalmata sulla fronte dei neonati in segno di buon auspicio e strofinata lungo gli orli dei sari nuziali".

Sono stregato dai profumi e dai segreti di questa maga e della sua bottega, è come se mi stessi perdendo nel tepore di un abbraccio, come se avessi nostalgia di tradizioni che non mi appartengono e scoprissi di volere cose che non avrei mai creduto.

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